“Un piccolo miracolo” ai tempi del Covid. Il racconto di un ristoratore modicano
Accorata, piena di sentimenti e voglia di fare. E’ la lettera che vi riportiamo di seguito scritta da un ristoratore Modica che fa appello alla solidarietà, anche minima, ma che possa consentire un piccolo ristoro per chi deve ripartire e ha bisogno di un incoraggiamento importante. E’ Roberto Pulino che abbiamo visto nella puntata di qualche anno fa girata in provincia di Ragusa di 4 Ristoranti con Alessandro Borghese.
“Io sono Roberto, una partita iva come si usa dire oggi, sono il contitolare insieme a mia moglie di una trattoria a Modica in provincia di Ragusa (Sicilia) estremo sud, a proposito, questa vuol essere una risposta pratica a chi dice che noi del sud siamo statici e parassiti. Vorrei pian piano sviluppare il mio pensiero e proporlo anche ai miei fratelli del nord… L’Italia nei momenti peggiori sa esprimere il meglio di se stessa. La solidarietà. L’abbiamo tirata fuori giustamente per le persone in difficoltà, con le famiglie in primis, con i dottori, con gli infermieri, con le forze dell’ordine, con la protezione civile, con chi fa pulizie, con gli autotrasportatori e con chi ne ha avuto merito. Ora è il momento di spostare l’attenzione ad altre categorie, anche perché se Dio vuole, la pandemia tende ad allentare la morsa. Io propongo di spostare la solidarietà alla parte del paese che oggi soffre, alla parte produttiva, piccole e grandi aziende, commercianti e artigiani. Solidarietà che consiste in piccole azioni oltre agli aiuti statali che tardano ad arrivare, solidarietà morale perché a volte un amico, un conoscente con semplici parole, piccoli gesti possono confortare tanto. Nel mio caso è già avvenuta, io lo chiamerei piccolo miracolo, i miei condomini del locale commerciale che ho in affitto, dietro mia proposta, mi hanno ceduto a titolo gratuito, il permesso di utilizzare uno spazio condominiale privato allo scopo di sistemare tavoli esterni, che nella situazione attuale, sono paragonabili alla manna del cielo. E’ un gesto nobile, che è costato a qualcuno farlo, di cui io sarò eternamente grato. Non so se questa sarà una mossa utile, magari vincente o non porterà a nulla, una cosa è certa è stato un primo passo. A tal proposito vorrei lanciare un grido alle amministrazioni locali. Vista l’eccezionalità dei tempi e solo per questi mesi estivi, speriamo positivi, non si potrebbe fare uno strappo alla burocrazia e magari consentire di piazzare immediatamente tavoli esterni, magari eccezionalmente senza imporre pedane e altro rispettando le norme di sicurezza previste, anche questo sarebbe un bel gesto di solidarietà concreta e diretta… Ritornando al discorso solidarietà, può essere un inizio uscire con la famiglia questo per noi ristoratori è l’unico bacino di utenza rimasto utile al nostro lavoro, ovviamente riferito a tutte quelle famiglie che hanno la possibilità di poterlo fare. Anche perché dopo una lunga reclusione può essere positivo per tutta la famiglia, figli e mogli evadere dalle mura domestiche. Stessa considerazione per chi ha in mente di fare lavori di ristrutturazioni, riparazioni ecc. Si può dare un senso alla solidarietà anche con queste iniziative… Ora vorrei parlare un po’ più personalmente ai miei colleghi ristoratori, in questi giorni tutti abbondantemente arrabbiati, e dico giustamente, tutti parlano ma nessuno propone. Io una proposta la farei, nel nostro settore l’unica fonte di luce che si intravede sono le famiglie, non avendo al momento altre utenze… Le famiglie hanno i figli e per attirare l’attenzione di quest’ultimi e di conseguenza dei genitori proporrei di lanciare l’idea di offrire come benvenuto delle porzioni di patatine fritte. Queste possono servire come input a venire a trovarci. Con questo non voglio farmi illusioni di aver risolto i nostri problemi no, ma almeno dirò: “Io ci ho provato”, l’amore per il mio lavoro lo butto li sul tavolo come un poker e magari al contrario d’altri invoglio ad uscire senza supplementi, giustamente questo ho e questo offro, in altri settori potrebbero fare ugualmente in base alle loro possibilità. I supermercati lo fanno da sempre, un riscontro ci sarà…. Ho intenzione di sistemare all’esterno del mio locale uno “smile” felice che possa essere l’emblema vincente del dopo “Io sto a casa” e del “ Andrà tutto bene”.
Con affetto, passione e amicizia
Roberto Pulino